giovedì 15 dicembre 2016

L'ospite del giovedì Andrea Tarlao



 

Ben arrivato nel nostro piccolo e polveroso garage, Andrea a che età hai iniziato a fare sport?
Ho cominciato prestissimo nei primi mesi di vita con la ginnastica riabilitativa poi nuoto e a 8 anni ho corso la mia prima gara in bici.

Chi ti ha indirizzato?
La mia famiglia in particolare mio papà Riccardo che ha gareggiato nel ciclismo su strada dalle categorie giovanili fino al dilettantismo.

A che età sei approdato al ciclismo? 
A 8 anni la mia gara tra i giovanissimi conclusa anticipatamente per colpa di una caduta, una settimana dopo la mia prima vittoria in carriera.

Puoi spiegarmi un po' il tuo sport?
Il ciclismo è uno sport duro di fatica e resistenza, ma quando ce la passione la fatica non esiste.

Come riesci a conciliare vita familiare con sport professionistico?
Bella domanda.. non è facile gestire famiglia, sport e lavoro in particolare quest'ultimo. Sono impiegato in banca e finisco alle 17. Durante la preparazione mi alleno 5/6 volte a settimana, quando cominciano le gare le cose si complicano perché capita di dover assentarmi da casa per diversi giorni.

A fronte di qualche delusione, hai mai pensato di appendere le scarpe al chiodo?
Avrei voluto mollare a 18/19 anni quando pensavo solo a divertirmi con gli amici.

Qual è il pensiero che ti ha impedito di farlo?
Il ciclismo mi dava grandi soddisfazioni a cui non potevo rinunciare. Gli amici veri erano i miei compagni di squadra!

La tua soddisfazione sportiva più grande? 
Dopo la delusione del quarto posto alle paralimpiadi di Londra nel 2012 pensavo di non essere più competitivo, invece ad agosto 2013 una settimana dopo la nascita di mio figlio Manuel, ho vinto la medaglia d'argento al mondiale a cronometro. 

Che tipo di sportivo sei? 
Fisicamente sono un passista/scalatore, caratterialmente nello sport sono molto testardo... non mollo mai!

Da sportivo, hai qualche paura?
Da ciclista... il traffico!! Quando mi alleno corro sempre sul filo del rasoio. 

C'è un indicazione, un monito che qualche allenatore ti ha rivolto nel corso della tua carriera, che ancora oggi ti guida?
La bici ti toglie tanto, ma prima o poi ti ritorna tutto con gli interessi. Non bisogna fermarsi alle prime difficoltà.

Quali saranno gli impegni futuri? 
Mondiali in Sudafrica nel 2017, Maniago 2018, con un occhio già a Tokyo 2020.

Riesci a spiegarmi l'emozione che hai provato sul podio a Rio? 
Tanta felicità ma anche un pizzico di tristezza.. perché in quel momento si conclude un percorso lungo due anni. Ripensavo agli allenamenti, alla famiglia, alle gioie e ai dolori. Finito un capitolo se ne riapre un altro, lo sport è proprio questo bisogna porsi degli obbiettivi e non fermarsi mai. 

Un augurio a tutti i giovani atleti che praticano sport ad ogni livello, di qualsiasi categoria e abilità? 
Per crescere bisogna inseguire i propri sogni e non ci si deve vergognare se questi sembrano impossibili. Quando ero piccolo a causa della mia disabilità mi dicevano che non avrei mai lavorato e fatto sport... e adesso sono qui a raccontarvi della mia vita e della Medaglia di bronzo alle paralimpiadi di Rio. 

Grazie Mille!!!! 
A presto
 

Nessun commento:

Posta un commento