mercoledì 7 dicembre 2016

Chiamateci pure Amatori



La sveglia suona alle 6.45 come ogni giorno, apro un occhio, la casa ancora sonnecchia.
Lo richiudo.
Piccolo appunto mentale, oggi è martedì, asilo, pazienti, borsone da preparare; pian piano l'idea che non sarà un martedì consueto rimbalza da lontano fino ad arrivare agli occhi, aprendoli ed al sorriso nascosto dalle lenzuola.
Prima trasferta: oggi si gioca!
Li sento ancora familiari ed incredibilmente vicini gli anni dei lunghi campionati regionali, delle trasferte a Paluzza a dicembre. Le partenze in pulmino o in piccole e chiassose carovane di macchine. 
L'attesa, l'adrenalina. 
Oggi gioco un campionato amatoriale, meglio dire sono un'amatore del mio sport, la pallavolo. 
Giocare in trasferta e' un piccolo sacrificio per noi, mamme, papà, professionisti, forse l'entusiasmo per la trasferta non è lo stesso di qualche anno fa, ciò però non significa averlo completamente perso. 
La borsa e' pronta davanti alla porta, la giornata scorre secondo i programmi. 
E' un attimo e sono li, in uno dei tanti parcheggi punti di ritrovo, con la mia squadra, un po' decimata dai malanni stagionali. Un furgone, molte risate e quel pizzico di adrenalina che sono stupita risentire dopo tanto.
Le trasferte sono anche questo, stanchezza ma grande leggerezza. 
Solito schema, palestra-spogliatoio-riscaldamento-partita. 
3-0 tutti a casa perché anche questa, l'abbiamo guadagnata. 
Il rientro è dettato da chiacchiere sottili e silenzi di chi riposa. 
Parcheggio...alla prossima partita, buona notte squadra.
Chiamateci pure amatori.

Nessun commento:

Posta un commento